Il respiro è una delle funzioni più semplici e al tempo stesso più straordinarie del nostro corpo. Accade senza che ce ne accorgiamo, ci accompagna in ogni istante della giornata, ci sostiene mentre parliamo, cantiamo, ci emozioniamo.
Ma a volte quel respiro cambia: si fa corto, superficiale, affaticato. Senti che non scende fino in fondo, che non ti riempie davvero, come se qualcosa lo ostacolasse. In molti casi, quella sensazione ha a che fare con il diaframma, ed è in questi casi che si parla di diaframma bloccato.
Che significa avere il diaframma bloccato?
Il diaframma è un muscolo fondamentale per la respirazione. Ha la forma di una cupola e separa la cavità toracica da quella addominale. Ogni volta che inspiriamo, il diaframma si abbassa, creando lo spazio necessario perché i polmoni possano espandersi. Quando espiriamo, risale e favorisce l’uscita dell’aria. È un meccanismo continuo, fluido, che funziona ininterrottamente per tutta la vita.
Avere il diaframma bloccato significa che questa naturale mobilità è limitata. Il movimento del respiro non è più ampio e libero, ma ridotto e parziale. La respirazione resta alta, concentrata nel torace o addirittura nelle clavicole, e il corpo si irrigidisce in risposta a questa limitazione. Le conseguenze possono manifestarsi in modi diversi: affaticamento, tensione muscolare nella zona del petto o dell’addome, difficoltà vocali, sensazione di pressione sullo stomaco o sul plesso solare, irrequietezza, nervosismo.
È importante chiarire un punto: tutti respiriamo sempre con il diaframma. Non è possibile farne a meno, perché è il principale muscolo respiratorio del corpo. Ma possiamo imparare a farlo lavorare meglio, a dargli lo spazio di cui ha bisogno, ad assecondarne il movimento naturale. E questo può fare una grande differenza nella qualità del nostro respiro e del nostro benessere.
Le cause di un diaframma bloccato possono essere molteplici. Spesso si tratta di un insieme di fattori posturali, emotivi e funzionali. Una postura chiusa o rigida, lo stress quotidiano, la tensione accumulata, la paura, la fatica, possono contribuire a creare una sorta di “corsetto interno” che ostacola la libertà di movimento del diaframma. Il corpo trattiene, e con lui anche il respiro.

Quali esercizi fare per il diaframma
Quando si parla di sbloccare il diaframma, non si intende forzare qualcosa che non funziona, ma restituire a questo muscolo la possibilità di muoversi con più fluidità. È un lavoro che parte dall’ascolto e dalla consapevolezza, non dalla tecnica.
Il primo passo è sempre rientrare in contatto con il proprio respiro, senza giudicarlo, senza volerlo cambiare subito. Solo osservare. Da lì si può cominciare a muovere qualcosa, dentro e fuori.
Respirazione consapevole in posizione supina
Stendersi a terra, con le gambe piegate e i piedi appoggiati, permette al corpo di rilassarsi e al respiro di farsi più presente. Appoggia una mano sull’addome e l’altra sul petto. Inspira dal naso e osserva quale mano si muove di più.
Non cercare di correggerti: semplicemente nota. Con il tempo, potrai accompagnare delicatamente il respiro verso l’addome, senza spingerlo, ma invitandolo. Anche pochi minuti al giorno possono fare la differenza.
Espirazione profonda e lenta
Una delle chiavi per liberare il diaframma è lavorare sull’espirazione. Quando l’espirazione è piena e consapevole, crea lo spazio per una nuova inspirazione più ampia.
Prova a espirare lentamente, come se volessi soffiare dentro una cannuccia molto sottile, facendo uscire l’aria senza sforzo ma con controllo. Poi lascia che l’inspirazione arrivi da sola, senza forzarla. È un modo per resettare il ritmo e dare al diaframma la possibilità di tornare a muoversi naturalmente.
Suono e vibrazione
La voce può essere uno strumento potentissimo per accompagnare il respiro. Scegli un suono semplice, come una M oppure il mantra Om, e lascia che accompagni l’espirazione. Il suono non deve essere forte, ma presente, vibrante.
Senti come si diffonde nel petto, nella gola, nella testa. La vibrazione aiuta a sciogliere le tensioni e a riportare presenza nella zona del diaframma, senza forzare nulla. Può diventare un rituale quotidiano, un momento intimo e trasformativo.
Movimento dolce del corpo
Anche alcuni movimenti semplici possono contribuire a rilassare e attivare il diaframma. In piedi o seduto, porta il busto leggermente in avanti durante l’espirazione, e poi torna lentamente dritto mentre inspiri.
È un piccolo dondolio che segue il respiro e accompagna il corpo a ritrovare il proprio ritmo. Non è ginnastica, ma un invito alla fluidità. Il corpo sa come fare, se gli diamo tempo e ascolto.

Una visione più ampia: il respiro come ponte
Lavorare sul diaframma non significa solo migliorare la respirazione: è un modo per rientrare in contatto con sé stessi. Il respiro è un ponte tra il corpo e la mente, tra ciò che sentiamo e ciò che esprimiamo. Quando è libero, ci sentiamo più presenti, più radicati, più capaci di abitare davvero il nostro spazio interiore.
Nella Sound Wonders Academy il lavoro sul respiro e sul diaframma si intreccia con la voce, con il suono e con il movimento. L’intento finale non è quello di correggere qualcosa, ma di accompagnarti a ritrovare una connessione profonda con il tuo corpo, la tua energia e la tua espressività.
I percorsi che propongo ti invitano a esplorare il tuo respiro e la tua voce in modo delicato, rispettoso e con un taglio tecnico, necessario per accompagnare il tuo strumento a lavorare nel modo più sano.
Se senti che è il momento di ritrovare spazio dentro di te, puoi iniziare da qui: Cosa posso fare per te.